Il Reverse Engineering è una tecnologia che si adotta per analizzare un componente – meccanico o no – dal punto di vista del suo funzionamento e delle sue specifiche caratteristiche di messa a punto e progettazione.
Perciò quando le aziende o i privati hanno necessità di replicare un prodotto già esistente di cui, ad esempio, non possiedono il progetto, si affidano e sfruttano le potenzialità di questa tecnologia.
Grazie al Reverse Engineering è infatti possibile produrre un nuovo componente meccanico che mantenga le caratteristiche tecniche del componente originario e, se necessario, anche migliorarne le performance.
Quando si esegue l’analisi di un componente tramite Reverse Engineering si parte dallo studio dei materiali e delle caratteristiche tecniche del prodotto finito, tramite l’uso di tecnologie 3D e software CAD, per comprendere come è stato progettato il componente da duplicare, e poter così riprodurre le sue caratteristiche nel nuovo pezzo da realizzare.
Nel settore metalmeccanico, il Reverse Engineering viene impiegato sia per replicare componenti di piccole dimensioni come ingranaggi o valvole, che nella riproduzione di componenti di grandi dimensioni come motori o impianti. Ecco alcuni dei vantaggi che questo processo apporta:
Il Reverse Engineering è quindi un ottimo alleato degli operatori che si occupano di progettare e riprodurre componenti meccanici in grandi quantità, di svariate forme e dimensioni, destinati a diversi campi di applicazione.
Questo perché tale tecnologia consente alle aziende metalmeccaniche di velocizzare i tempi di progettazione e produzione dei componenti, e quindi di garantire un servizio non solo adeguato ma, soprattutto, rapido e che permette loro di essere maggiormente competitive nei mercati di interesse.
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